CITTADELLA DI ALESSANDRIA
Concorso di idee per la valorizzazione della Cittadella fortificata
Gruppo: arch. Valerio Testa, arch. Stefano Martelli, arch. Filippo F. Pizzamiglio, ing. Mauro Cattaneo
Anno: 2005
Anno: 2005
Il pensiero ispiratore del progetto è quello di trasformare la cittadella, una realtà che fino ad oggi è rimasta chiusa in sé stessa, in una realtà aperta e capace di rappresentare quello stesso territorio che ha difeso nel corso della storia, sino ad arrivare a diventarne il simbolo. Ecco allora l’idea della cittadella del gusto inteso come gusto di mangiare, gusto di bere, gusto di divertirsi, gusto di conoscere, gusto di incontrare, ecc.
La cittadella come biglietto da visita dell’intero territorio piemontese, e non solo, capace di mettere in vetrina i prodotti tipici del territorio. Una vetrina che grazie anche al fantastico contesto architettonico e ambientale e alle sinergie che potranno innescarsi tra le funzioni previste, può aspirare ad una valenza internazionale. In ogni caso va’ ricordato che Alessandria si trova in una posizione territoriale particolarmente strategica, infatti risulta al centro del triangolo i cui vertici sono Milano, Torino e Genova, da cui è raggiungibile in poco più di un’ora di viaggio.
L’intervento si propone di conservare gli edifici esistenti e la memoria del tempo.
Le mura, straordinariamente conservate, da sempre proteggono e racchiudono cosa vi è contenuto.
Ma la cittadella del gusto non è né chiusa al territorio né vuole essere protetta. Chiede di essere vissuta, percorsa, raccontata nella quotidianità, permeabile alle peculiarità già consolidate nel territorio e gestite in un insieme organico capace di generare sinergie e una nuova qualità del vivere ed di abitare.
Nell’era delle comunicazioni, l’idea progettuale prende le mosse dal “movimento” che genera fermento e ridefinisce nuovi equilibri.
La spirale, simbolo antichissimo che racchiude in sé il concetto di espansione, crescita e sviluppo, è connessa all’acqua che, nello scorrere dal sottosuolo verso la superficie, discioglie la memoria del luogo da cui scaturisce disegnando un infinito percorso di conoscenza.
Gli assi che definiscono il tracciato dell’attuale impianto morfologico vengono coinvolti da questo movimento generando all’interno della cittadella un nuovo contesto che rivitalizza il borgo nel suo complesso.
Questa architettura genera, attraverso una nuova interpretazione spaziale, un paesaggio ricco di eventi, sorprese. Il visitatore è coinvolto ed entusiasmato da un susseguirsi di piazze, di spazi aperti, coperti o immersi nel verde. In questo modo la vera vita, si svolge all’esterno degli edifici che fanno da sfondo al divenire.
I bastioni si protendono come frecce sul territorio, aprendosi all’interno della cittadella con coperture in acciaio e vetro colorato che oltre che ad identificarne la funzione restituiscono atmosfere sempre diverse ed inedite con la complicità della luce naturale di giorno e di quella artificiale di notte.
Ma è nella piazza centrale che avviene la “vera magia”. Le dimensioni attuali, lontane da essere a misura d’uomo, vengono ridefinite. Il movimento generato dalla forza centrifuga della spirale diventa fiume che scorre all’interno della cittadella connettendo le varie funzioni. L’origine, l’epicentro è identificato con un enorme zampillo posizionato del punto di incontro delle diagonali che virtualmente uniscono le estremità dei bastioni.
La pavimentazione prende forma, si inclina, si solleva “scoprendo la storia” e ciò che sotto era celato e conservato. Le nuove coperture, tetti giardino e terrazzi proteggono e integrano le funzioni urbane della piazza come bar, botteghe ed i resti dell’antico borgo di Bergolio seguendo gli antichi tracciati lungo un percorso storico senza fine.
Un gigante maxi schermo, sfondo, è l’occasione per avvenimenti all’aperto, proiezioni spettacoli teatrali, cinematografici e promozioni.
In generale le funzioni sono pensate in modo tale che la cittadella non debba vivere solo in alcuni momenti della giornata o della settimana infatti, accanto a funzioni prevalentemente proiettate ad una utenza serale e da fine settimana (assaggiare, divertirsi, ecc), si prevedono altre funzioni proiettate verso la vita quotidiana (conoscere, imparare, abitare, ecc.).
La cittadella come biglietto da visita dell’intero territorio piemontese, e non solo, capace di mettere in vetrina i prodotti tipici del territorio. Una vetrina che grazie anche al fantastico contesto architettonico e ambientale e alle sinergie che potranno innescarsi tra le funzioni previste, può aspirare ad una valenza internazionale. In ogni caso va’ ricordato che Alessandria si trova in una posizione territoriale particolarmente strategica, infatti risulta al centro del triangolo i cui vertici sono Milano, Torino e Genova, da cui è raggiungibile in poco più di un’ora di viaggio.
L’intervento si propone di conservare gli edifici esistenti e la memoria del tempo.
Le mura, straordinariamente conservate, da sempre proteggono e racchiudono cosa vi è contenuto.
Ma la cittadella del gusto non è né chiusa al territorio né vuole essere protetta. Chiede di essere vissuta, percorsa, raccontata nella quotidianità, permeabile alle peculiarità già consolidate nel territorio e gestite in un insieme organico capace di generare sinergie e una nuova qualità del vivere ed di abitare.
Nell’era delle comunicazioni, l’idea progettuale prende le mosse dal “movimento” che genera fermento e ridefinisce nuovi equilibri.
La spirale, simbolo antichissimo che racchiude in sé il concetto di espansione, crescita e sviluppo, è connessa all’acqua che, nello scorrere dal sottosuolo verso la superficie, discioglie la memoria del luogo da cui scaturisce disegnando un infinito percorso di conoscenza.
Gli assi che definiscono il tracciato dell’attuale impianto morfologico vengono coinvolti da questo movimento generando all’interno della cittadella un nuovo contesto che rivitalizza il borgo nel suo complesso.
Questa architettura genera, attraverso una nuova interpretazione spaziale, un paesaggio ricco di eventi, sorprese. Il visitatore è coinvolto ed entusiasmato da un susseguirsi di piazze, di spazi aperti, coperti o immersi nel verde. In questo modo la vera vita, si svolge all’esterno degli edifici che fanno da sfondo al divenire.
I bastioni si protendono come frecce sul territorio, aprendosi all’interno della cittadella con coperture in acciaio e vetro colorato che oltre che ad identificarne la funzione restituiscono atmosfere sempre diverse ed inedite con la complicità della luce naturale di giorno e di quella artificiale di notte.
Ma è nella piazza centrale che avviene la “vera magia”. Le dimensioni attuali, lontane da essere a misura d’uomo, vengono ridefinite. Il movimento generato dalla forza centrifuga della spirale diventa fiume che scorre all’interno della cittadella connettendo le varie funzioni. L’origine, l’epicentro è identificato con un enorme zampillo posizionato del punto di incontro delle diagonali che virtualmente uniscono le estremità dei bastioni.
La pavimentazione prende forma, si inclina, si solleva “scoprendo la storia” e ciò che sotto era celato e conservato. Le nuove coperture, tetti giardino e terrazzi proteggono e integrano le funzioni urbane della piazza come bar, botteghe ed i resti dell’antico borgo di Bergolio seguendo gli antichi tracciati lungo un percorso storico senza fine.
Un gigante maxi schermo, sfondo, è l’occasione per avvenimenti all’aperto, proiezioni spettacoli teatrali, cinematografici e promozioni.
In generale le funzioni sono pensate in modo tale che la cittadella non debba vivere solo in alcuni momenti della giornata o della settimana infatti, accanto a funzioni prevalentemente proiettate ad una utenza serale e da fine settimana (assaggiare, divertirsi, ecc), si prevedono altre funzioni proiettate verso la vita quotidiana (conoscere, imparare, abitare, ecc.).